La storia degli Asburgo affonda le sue radici non in Austria, come si potrebbe pensare, ma nella vicina Svizzera. È qui infatti – e più precisamente nel cantone di Argovia – che si trova il castello costruito nell’XI secolo da Radbod d’Asburgo, considerato il fondatore della casata. Il castello, però, fu la residenza della famiglia solo per un periodo limitato. A partire dal 1415, infatti, gli Asburgo persero tutti i loro possedimenti nel Canton Argovia e anche quel castello. Abbiamo parlato della relazione tra gli Asburgo e la Svizzera con lo storico e docente universitario Francesco Cerea, direttore culturale dell’associazione “I Borghi più belli della Svizzera”.
Come si sviluppa l’iniziale presenza degli Asburgo in Svizzera?
Le origini svizzere degli Asburgo sono ancora avvolte da molti interrogativi. Nel loro periodo ancestrale la famiglia è soltanto una delle tante casate nobili della regione, che però sembra capire fin da subito l’importanza di fare “i matrimoni giusti”, che la porteranno lungo i secoli ad accrescere i propri possedimenti e l’influenza politica fino a farli aspirare alla corona del Sacro Romano Impero. Questa teoria proseguì successivamente e venne sintetizzata nel famoso motto “Bella gerant alii, tu felix Austria nube” (Le guerre le facciano gli altri, tu, Austria felice, sposati), i cui prodromi son già rintracciabili nel Medioevo elvetico della dinastia.
In ogni caso, a partire già dalla prima metà del XIII secolo il castello argoviese di Habsburg non svolse più la sua funzione residenziale per la casata. Nel percorso di espansione dei loro territori, mediante operazioni belliche ma soprattutto grazie ai matrimoni, gli Asburgo trovarono delle iniziali resistenze proprio nei Confederati che a loro volta, con il sistema delle leghe e alleanze reciproche, cercarono di ritagliarsi una peculiare dimensione politica nell’altopiano svizzero. In questo senso, la leggendaria, fiera e dignitosa figura di Gugliemo Tell, che decise di non piegarsi ai soprusi del rappresentante asburgico ben impersona la contrapposizione, non solo militare ma pure ideologica, tra gli Asburgo e gli Svizzeri.
Com’era organizzato il dominio asburgico nell’attuale Svizzera?
Si trattava di un dominio frammentato e frutto di lente acquisizioni, principalmente matrimoniali, grazie ad alleanze dinastiche con casate come i von Kyburg o i von Lenzburg. Non c’era dunque una situazione univoca della signoria territoriale asburgica nella Svizzera dell’epoca. Molto dipendeva anche dallo statuto giuridico del territorio in questione, ossia se parliamo di un baliaggio, di una contea o di una avogadria ecclesiastica… In ogni caso, almeno una parte del territorio elvetico nel Medioevo fu direttamente o indirettamente soggetto all’influenza asburgica, mentre ad esempio la parte romanda rimase tendenzialmente sotto il controllo dei Savoia.
Sicuramente non tutti i domini asburgici in Svizzera furono scontenti della loro amministrazione, che anzi spesso conservò larghe autonomie. Ad esempio quando si dovette scegliere da che parte stare – se con o contro gli Asburgo – vi furono dei tentennamenti, come dimostra il caso di Zugo, o addirittura un’opposizione alle milizie elvetiche come nel caso di Zofingen, che nella guerra di Sempach del 1386 si schierò con gli Asburgo. Sono dei legami che ancora oggi riemergono. Zofingen fa infatti parte del circuito elvetico “Swiss Historic Towns”, che ha un accordo di collaborazione con la rispettiva associazione austriaca “Kleine Historische Städte”, unite nella valorizzazione del turismo sostenibile, di qualità e sensibile alle profonde radici storiche che rimandano, in parte, anche ad un passato comune.
La figura leggendaria di Guglielmo Tell, vissuto a cavallo tra XIII e XIV secolo, è in effetti emblematica del rapporto tra Asburgo e Svizzeri. Fu infatti l'amministratore locale degli Asburgo, il balivo Albrecht Gessler, a imporre a Tell la prova della mela che l’eroe elvetico avrebbe dovuto centrare, mentre questa stava appoggiata sulla testa di suo figlio…
Si tratta di uno dei miti fondatori della Svizzera. Nella storiografia tradizionale elvetica gli Asburgo sono relegati al ruolo dei “cattivi”, basta citare appunto il caso di Tell e del balivo Gessler, emblema della dispotica autorità imperiale asburgica. Con la leggendaria battaglia di Morgarten nel 1315 prese infatti avvio il processo disgregativo del potere degli Asburgo, che dovranno lasciare i possedimenti svizzeri per rivolgersi ad oriente verso l’Austria con Vienna e poi al mondo intero, se pensiamo all’impero “su cui non tramonta mai il sole” di Carlo V, una moltitudine di territori e regni, ma ironia della sorte, fra essi rimase una piccola e grande assente, proprio l’avita Svizzera!
Una perdita che gli Asburgo non digerirono mai…
Nel castello di Schönbrunn, tra gli affreschi che decorano i saloni, è raffigurato pure l’antico maniero in Argovia su cui gli Asburgo, nonostante fossero imperatori nel XVIII secolo, non regnavano più già da parecchio tempo, essendo quel territorio passato nel XV secolo sotto il dominio svizzero, in particolare della città-stato di Berna, che con il suo omonimo e assoggettato cantone era parte del sistema di alleanze della Vecchia Confederazione.
Cosa rimane degli Asburgo in Svizzera, oltre al castello?
Ci sono il monastero di Königsfelden, fondato dagli Asburgo nel 1308, e il convento benedettino di Muri, che all’inizio del XVIII secolo venne elevato – grazie all’abilità del prelato zughese Placidus Zurlauben – a principato abbaziale del Sacro Romano Impero. Proprio qui sono conservati i cuori degli ultimi sovrani austro-ungarici, il beato Carlo e Zita di Borbone-Parma.
Altri esempi di memorie tangibili, ma meno evidenti, sono indirettamente i cippi che segnano alcuni confini meridionali della Svizzera ancora oggi validi, ossia quelli dell’attuale Canton Ticino, che all’epoca era costituito da baliaggi, e la Lombardia austriaca sotto il dominio di Maria Teresa, proprio tra questa sovrana e il Lodevole Corpo Elvetico vennero infatti sancite le odierne frontiere, mediante il trattato di Varese del 1752.
Tra le altre località interessanti c’è Bad Schinznach, nelle cui acque termali adorava bagnarsi Maria Luisa d’Asburgo, moglie di Napoleone e poi divenuta duchessa di Parma, e diverse tappe della “Via Habsburg”, un itinerario culturale del Consiglio d’Europa, tra cui figurano Brugg, Windisch, Lenzburg, Frick, Laufenburg, Kaiseraugst e alcuni dei comuni membri dell’associazione “I Borghi più belli della Svizzera” come Aarburg, Bremgarten, Grüningen o Diessenhofen che nel XIII secolo sotto gli Asburgo fu uno dei loro baluardi nell’Austria anteriore.
Come guardano gli Svizzeri oggi al loro passato asburgico?
È una domanda complessa per uno storico essendo più attinente al presente, ma direi che in generale gli Svizzeri non si sentono particolarmente legati al tema asburgico, nonostante le numerose testimonianze storico-artistiche nel Medioevo e nella prima Età Moderna. Questo è forse dovuto anche alla “mitologia elvetica” che vide sempre con sospetto tutto ciò che era legato a un potere non strettamente democratico. La Svizzera ha fra i suoi cliché anche la Landsgemeinde (ossia l’assemblea popolare, in cui vengono prese le decisioni per alzata di mano e sopravvissuta solo in Appenzello e Glarona), che è esattamente in antitesi con l’istituzione monarchica.